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Dove si trova Villa Zuccareda Binetti?
Situata in Vicolo Zuccareda 5, Villa Zuccareda Binetti sorge sulla sommità di un radioso colle ammantato di ciliegi selvatici, olmi, magnolie, noci, tigli, abeti, cedri, robinie, ontani, sambuchi e rovi, regalando vedute naturalistiche riposanti e suggestive soprattutto nella stagione primaverile.
Architettura di Villa Zuccareda Binetti
Adagiata sull’amento declivio erboso all’ombra di rigogliosi faggi, un’elegante scalinata di pietra conduce all’ingresso del maestoso complesso architettonico.
Simmetrica e verticalmente tripartita, la facciata meridionale della villa presenta alla base un corpo centrale aggettante nel quale si aprono tre finestre rettangolari. Le tre monofore sono affiancate da massicci pilastri ingentiliti da lesene doriche.
Al piano superiore, in posizione centrale, una porta e due finestre laterali si affacciano su un terrazzo delimitato da una sinuosa balaustra di ferro. Da questa prospettiva, la candida gradinata indirizza lo sguardo verso gli antichi palazzi, le case e i condomini del cuore urbano di Montebelluna, simili da questa distanza a minuscole tessere musive che sfumano all’orizzonte.
Volgendosi a ovest si scorgono la chiesa neoclassica di Santa Maria in Colle e la sua torre campanaria dalla svettante cuspide aguzza, incorniciate dai cedri e cipressi del vicino cimitero storico, con alcune sepolture delle personalità di spicco della Montebelluna dell’800, e da un alto muro di contenimento in ciottoli e mattoni a vista che asseconda il dislivello dell’altura in cui sorge il complesso ecclesiastico.
In asse con le aperture sottostanti, le tre monofore centrali al secondo piano si affacciano su un parapetto di pietra ornato da sinuosi motivi geometrici, alcuni dei quali ricordano dei fiori a otto petali. A coronare lo sviluppo verticale della struttura è un corpo sommitale mediano, posto al di sopra del cornicione, illuminato da tre bifore sormontate da un frontone ricurvo.
La storia di Villa Zuccareda Binetti
Commissionata dallo storico e letterato Bartolomeo Burchelati (Treviso, 13 giugno 1548 ; 29 settembre 1632) come residenza di villeggiatura, la dimora rinascimentale fu progettata e costruita tra i secoli XVI e XVII. Dopo alcuni secoli di abbandono, la proprietà fu accuratamente ristrutturata nella prima metà del XIX secolo per volere del nuovo proprietario, l’avvocato Giovanni Ferro.
L’incantevole abitazione gentilizia passò in seguito alla famiglia Zuccareda e successivamente, per matrimonio, alla famiglia Binetti.
Luogo di rifugio e incontro per i patrioti italiani durante il Risorgimento, la villa divenne sede di diversi comandi militari del Regio Esercito nel corso della prima guerra mondiale. Durante l’occupazione nazifascista, il sontuoso palazzo fu adibito a magazzino per gli armamenti.
Dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, il complesso fu destinato a convitto per persone sordomute per volontà delle sorelle Binetti, ultime eredi della famiglia. Acquistato dal comune di Montebelluna nel 1982, l’immobile divenne sede del Museo dello Scarpone nel 1984.
La Fondazione Sportsystem
Le ampie e luminose sale di Villa Zuccareda Binetti ospitano oggi la sede della Fondazione Sportsystem, il cui obiettivo è “di valorizzare e innovare la cultura industriale del Distretto dello Sportsystem”. Le iniziative e attività della Fondazione includono:
- corsi di formazione tecnica specializzata nel settore della calzatura sportiva
- incontri ed eventi mirati a promuovere innovazione, ricerca e sostenibilità
- l’osservatorio economico che acquisisce e condivide periodicamente con le aziende del territorio i dati statistici ed economici del distretto
- Il Museo della Fondazione Sportsystem, allestito nel primo e secondo piano della villa
Il Museo della Fondazione Sportsystem
Originariamente noto come Museo dello Scarpone, il Museo della Fondazione Sportsystem ha visto la luce nel 1984 grazie alla collaborazione sinergica tra diciotto aziende e calzaturifici del territorio. Custodi di un antico patrimonio di conoscenze artigianali tramandate nel corso di generazioni, queste imprese hanno unito le forze per dare vita a un’istituzione intesa a valorizzare e preservare la tradizione e l’arte calzaturiera.
Il Museo ospita circa 1.400 brevetti, oltre 4.000 cataloghi di aziende locali e dei principali concorrenti internazionali nonché una biblioteca specializzata con oltre 3.000 riviste storiche, libri specializzati e un archivio di tesi.
L’itinerario museale si articola in otto sale, dal secondo al primo piano, con un’estensione complessiva di 200 m². I 2.500 cimeli conservati includono utensili, macchinari e modelli di scarponi che ripercorrono l’evoluzione dell’arte calzaturiera nel montebellunese a partire dai primi anni del XIX secolo.
A testimonianza delle radici di quest’antica attività artigianale nel territorio è la sala dell’Ottocento, nella quale è custodito un deschetto con gli attrezzi utilizzati all’epoca e un registro del 1808 intitolato “Quinternetto delle Arti e dei Mestieri del Comune di Montebelluna” nel quale è documentata la presenza di ben 10 calzolai in una comunità di circa 5.000 abitanti.
Procedendo in ordine cronologico, il piano inferiore mostra diversi scarponi da montagna degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta del XX secolo, tra cui alcuni modelli ideati per lo sci da discesa. Degne di nota sono senz’altro le calzature d’alpinismo impiegate dagli scalatori Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, passati alla storia nel 1954 per essere stati i primi a conquistare il K2, una delle vette più impervie della catena himalayana che con i suoi 8.611 m di altezza rappresenta la più alta montagna del mondo dopo l’Everest.
La stanza successiva illustra l’evoluzione tecnica degli scarponi negli anni Cinquanta e Sessanta. Protagonisti della sala sono gli scarponi indossati da Zeno Colò e quelli indossati da Anton (Toni) Sadler, vincitore di tutte le gare di sci alpino dei Giochi Olimpici Invernali di Cortina nel 1956.
La sezione successiva approfondisce l’innovazione delle scarpe sportive attraverso l’utilizzo di materiali sintetici, la cosiddetta “rivoluzione della plastica”. Il percorso prosegue con l’esposizione di mosaici, campioni in cuoio e gesso, stampi e modelli essenziali per la realizzazione degli scarponi da sci dalla fine degli anni Settanta agli anni Ottanta.
Tra le calzature più rappresentative di questo periodo è opportuno citare il Moon Boot, di cui sono esposti diversi modelli.
Uno dei fiori all’occhiello del Museo è la Galleria dei Campioni, nella quale sono esposte calzature originali autografate dai grandi atleti che le hanno indossate, da Bjorn Borg, Boris Becker, Gabriella Dorio, Manuela di Centa e Zico ad Alain Prost, Roberto Baggio, Ronaldo, Filippo Inzaghi e Mauro Icardi, solo per citarne alcuni.
Fondazione Sportsystem mette a disposizione i propri spazi per organizzare eventi sia pubblici che privati. Collabora inoltre con l’Associazione CombinaAzioni Festival, che in Villa Zuccareda Binetti organizza l’annuale Festival CombinAzioni, uno dei più interessanti appuntamenti culturali del territorio.
Se vi chiedete cosa fare a Montebelluna, Villa Zuccareda Binetti è una meta ideale per chi desideri ammirare spettacolari panorami naturalistici, visitare le ampie e luminose stanze di una maestosa residenza storica e intraprendere un appassionante percorso volto a promuovere il valore dello sport e le antiche tradizioni artigianali che stanno alla base del successo del Distretto dello Sportsystem di Asolo e Montebelluna.
Il parco di Villa Zuccareda Binetti
Il grandissimo parco di Villa Zuccareda Binetti rappresenta infine un vero e proprio polmone verde della città. Incorniciato da alberi da frutto e da fiori, è a partire dalla primavera il luogo ideale per pic-nic, eventi sportivi e giochi all’aperto. In estate il parco ospita numerosi appuntamenti di teatro e letture all’interno del programma culturale della Biblioteca di Montebelluna. Da alcuni anni ospita infine il CineLuna, rassegna di cinema all’aperto del Cinema Italia di Montebelluna.