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Cosa fare a Fregona: 5 cose da fare a Fregona

Ti chiedi cosa fare a Fregona? Scopri località naturalistiche mozzafiato e indimenticabili eventi eno-gastronomici! L’edizione 2022 della mostra del torchiato di Fregona, le rovine del castello di Piai, la piana del Cansiglio, il bosco dell’arte e il sentiero Pont del Ferr.

Mostra del torchiato

Dove si tiene la mostra del torchiato?

La mostra del torchiato avrà luogo in corrispondenza del Centro di Appassimento dei Produttori del Torchiato a Osigo, in Via Castagnola, 50, 31010 Fregona (TV).

Origine del torchiato di Fregona

Secondo la tradizione, una stagione particolarmente fredda nei primi anni del XVII secolo indusse un viticoltore di Fregona a disporre i grappoli d’uva sul solaio per completare il processo di maturazione in un luogo al tempo stesso ventilato e asciutto.

Per compiere la spremitura dell’uva, distinta da una consistenza morbida e da un’elevata concentrazione zuccherina a causa della perdita d’acqua, l’agricoltore utilizzò il torchio per ricavare il mosto che mise a fermentare in apposite botti di legno.

Il risultato fu un vino passito di colorazione ambrata, con sfumature dorate, dal gusto dolce e con delicate note tostate, ideale da degustare prima e dopo i pasti.

La manifestazione vinicola accompagnerà i partecipanti in un viaggio sensoriale volto a scoprire le peculiarità che rendono il torchiato di Fregona un vino unico e pregiato, esito di tre torchiature volte ad estrarre il delicato nettare dalla vinaccia.

Il procedimento di lavorazione odierno combina moderne tecnologie ad antichi utensili per ottenere un prodotto fedele alla secolare tradizione grazie alla quale potrete percepire i sapori e gli aromi della terra di Fregona e dei suoi colli soleggiati ritmati dal regolare susseguirsi delle rigogliose viti, immersi in un’atmosfera fiabesca che attende solo di essere scoperta e assaporata.

Se vi chiedete cosa fare a Fregona, partecipare alla mostra del torchiato sarà un’esperienza enogastronomica memorabile!

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Le rovine del castello di Piai

Dove si trovano le rovine del castello di Piai?

Erti sulla sommità del monte da cui la fortezza prese il nome, i resti del castello di Piai sorgono presumibilmente su un preesistente insediamento fortificato di origine paleoveneta sorto migliaia di anni fa.

Ammantati dalla florida vegetazione arborea, le candide rovine assolate sono parte dell’eredità culturale del ramo della famiglia da Camino di Sopra e rappresentano una delle mete più affascinanti e romantiche nella provincia di Treviso, meta irresistibile per gli appassionati di tranquille escursioni naturalistiche da percorrere a piedi o in bicicletta.

Il rudere millenario si eleva in una posizione dominante e strategica da cui è possibile vedere il monte Pizzoc presso la piana del Cansiglio nonché le roccaforti di Serravalle, Ceneda e i territori del comune di Sarmede.

Ridotto in macerie in parte a causa della rotta subita contro Leopoldo d’Austria, in parte a causa delle incursioni nel territorio del Cenedese da parte del condottiero Filippo Buondelmonti degli Scolari, la roccaforte fu abbandonata alla vegetazione selvatica che ne riveste in parte la struttura.

Ritrovamento di impressionante valore per l’ingegno e perizia con cui è stato realizzato nonché per lo straordinario stato di conservazione, un forziere ligneo medievale recante un sofisticato meccanismo ancora intatto che permette l’apertura della cassaforte attraverso tre serrature.

Sentiero Pont de Ferr

Come si raggiunge Pont de Ferr?

Per raggiungere Pont de Ferr potete lasciare l’auto al parcheggio del campo di calcio di Fregona in Via Concia 62.

Seguendo le indicazioni per il percorso naturalistico vi troverete in men che non si dica avvolti dalla florida vegetazione arborea che potrete esplorare tramite un itinerario in parte sterrato, in parte acciottolato che accompagna al ponte di ferro sospeso su un vivace e freddo torrente.

Proseguendo il cammino che conduce alle grotte del Caglieron troverete anche una divertente area attrezzata per fare esercizio fisico e allungamento muscolare, superata la quale giungerete al paesino di Breda (da non confondere con Breda di Piave!). Raggiunto l’incrocio tenete la destra e percorrete Via Grotte del Caglieron per visitare una delle località più suggestive e incantevoli della regione Veneto.

Visita il bosco dell’arte

Dove si trova il bosco dell’arte?

Situato in Via Castagnola, 32, 31010 Fregona TV, il bosco dell’arte è una ampia estensione naturalistica la cui prospera vegetazione arborea, arbustiva e floreale costituisce un salubre e delicato ecosistema in cui diverse specie avicole, mammifere e di insetti trovano il loro habitat.

L’influsso benefico sulla psiche del colore verde, legato all’idea di rinascita ed indicato per chi è alla ricerca di un luogo in cui rigenerarsi, rilassarsi e ripristinare il proprio equilibrio emotivo, potrebbe essere una delle ragioni ad aver portato diversi artisti a conciliare la loro creatività e talento a questa lussureggiante e silenziosa oasi di pace, oggi luogo di appassionanti escursioni nonché sede di un laboratorio artistico utile a dare forma alla propria ispirazione e arricchire il complesso apparato di opere d’arte che si integrano e coesistono in modo armonioso con l’ambiente in cui sono inserite.

Per chi si chiede cosa fare a Fregona, il bosco dell’arte è una località ideale per chi cerca l’ispirazione a contatto con un’ambiente sereno e incontaminato.

Visita la Piana del Cansiglio

Situato nelle province di Belluno, Treviso e Pordenone, l’altopiano carsico consiste in un grande avvallamento erboso racchiuso da una maestosa selva estesa per più di 6.500 m², tra le cui alte e rigogliose chiome prolifera e trova rifugio un raro e prezioso mosaico di biodiversità vegetale e faunistica.

La spettacolare stratificazione del patrimonio arboreo dipende da un particolare fenomeno atmosferico determinato dalla conformazione geologica del Cansiglio: le correnti di aria fredda, di maggiore densità rispetto all’aria calda, scendono dai rilievi montuosi causando un maggiore abbassamento delle temperature a valle rispetto alle zone di alta quota.

A delimitare la vasta estensione prativa è il grandioso bosco di conifere in cui troneggiano gli abeti rossi, dal portamento solenne e adatti ai climi gelidi. Con l’aumentare di quota si intravedono gli abeti bianchi, distinguibili dai primi per la corteccia argentea e gli aghi verde scuro recanti due sottili linee candide che ne assecondano il profilo.

Più longevo rispetto all’abete rosso che può vivere fino a 400 anni, l’abete bianco può raggiungere i 600 anni di vita.

Dalla corteccia sottile e dalle foglie lievemente ondulate ed ellittiche, i faggi si ergono ad alta quota dove la temperatura è più tiepida e regalano con le loro mutevoli colorazioni vedute panoramiche emozionanti specialmente in autunno, quando le loro chiome assumono i toni caldi di sfumature dorate, arancio e rosso brillante.

I secolari guardiani vegliano silenti sull’antico altopiano offrendo riparo con le loro chiome pungenti a diverse specie avicole come l’astore, (riconoscibile per il piumaggio bianco sul ventre con screziature scure orizzontali), il gheppio, della famiglia dei falchi, dalle piume marroni con macchie nere, nonché il picchio nero, il gallo cedrone, la poiana, la misteriosa civetta, (difficile da intravedere in quanto attiva soprattutto di notte), solo per citare alcune dei numerosi esemplari di volatili che trovano qui il loro habitat.

Animale lustro, caldo, vigoroso e sfuggente, il cervo maschio abita nello scuro ventre della foresta e annuncia la propria presenza durante la stagione degli amori mostrando i possenti palchi ramificati ed emettendo potenti bramiti che spezzando la quiete notturna intimoriscono i maschi rivali attestando il suo rango alle femmine.

Non corrotta dall’intervento umano, una vasta porzione del fragile ecosistema manifesta i caratteri di un ambiente primordiale ed incontaminato in cui vita e morte si intrecciano al di sotto della grande cupola arborea, tra le cui fronde, a volte immobili a volte scosse dal vento, luci e ombre danzano nel quasi totale silenzio tra i rilievi imprevedibili di rocce calcaree emerse dal mare milioni di anni fa.

Solenni fusti colonnari, profonde fenditure, misteriose spelonche e i freddi specchi d’acqua delle doline creano un ambiente di spettacolare bellezza adatto ad ospitare innumerevoli specie di mammiferi, tra cui scoiattoli, daini, tassi, pipistrelli talpe e ricci.

Per gli amanti della natura che si chiedono cosa fare a Fregona, il sito di VenetoAgricoltura propone diversi itinerari che vi accompagneranno alla scoperta di uno dei parchi naturali più affascinanti al mondo.

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