Scopri cosa fare a Longare: Villa Trento Carli, Sagra dei Ossi de Mas-cio, il borgo di Costozza, l’eremo di San Cassiano, la grotta della guerra e della mura. Volete saperne di più? Prima di tutto…
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Dove si trova Longare?
Il comune di Longare confina a nord con Torri di Quartesolo, a nord est con Grumolo delle Abbadesse, a nord ovest con Vicenza, a sud con Castegnero, a est con Montegalda e Montegaldella, a ovest con Vicenza e Arcugnano.
Villa Trento Carli
Situata tra Via Bartolomeo Bizio e Piazza Schio, Villa Trento Carli è armoniosamente inserita in un parco secolare immerso nel tranquilla località di Costozza.
Edificata nel 1645 ad opera dell’architetto Antonio Pizzocaro, la residenza signorile si articola su quattro livelli: il basamento, il primo piano, il piano nobile e il mezzanino. Ritmato da due ordini di semicolonne, ioniche al primo piano, corinzie al piano nobile, il settore centrale della dimora è coronato da un timpano triangolare dentellato.
Accessibile tramite un’elegante scalinata che si intravede tra le lance aguzze del cancello in ferro battuto affiancato da pregiate statue di guerrieri di pietra, il corpo padronale del XVII secolo è affiancato da imponenti fabbricati rustici in parte nascosti dalla densa chioma di foglie lucide di una grande magnolia.
Se vi chiedete cosa fare a Longare, Villa Trento Carli è uno dei più significativi e affascinanti complessi architettonici del comune.
Sagra dei Ossi de Mas-cio
Uno degli eventi più amati e attesi a Longare, la sagra dei Ossi de Mas-cio si svolge ogni anno nel mese di settembre in corrispondenza dell’oratorio di santa Maria Maddalena. L’edizione 2022 si è svolta dal 2 al 5 settembre.
Il ricco menù include prelibate pietanze della tradizione vicentina, dai classici bigoli e gnocchi al pomodoro e al ragù d’anatra a succulente portate di carne alla griglia da gustare con fette di polenta e taglieri di affettati. Protagonista indiscussa dell’evento, la ricetta ossi de mascio è un saporito brodo di ossa di maiale bollite con sedano, chiodi di garofano, patate, cipolle, carote e alloro.
Piatto povero legato alla cultura contadina che potrete accompagnare con salse a base di rafano, verze stufate e patate alla veneta, questa squisita tipicità riflette il detto secondo cui “del maiale non si butta via niente”.
Se vi chiedete cosa fare a Longare e desiderate trascorrere la fine dell’estate all’insegna di specialità culinarie da far venire l’acquolina in bocca, calici di vino e boccali di birra artigianale, musica dal vivo e serate danzanti, partecipare alla Sagra dei Ossi de Mas-cio potrebbe fare proprio al caso vostro!
Costozza
Armoniosamente inserito tra i rilievi boscosi dei monti Berici e lo sconfinato scenario campestre scandito da floride siepi e solcato dal corso serpeggiante del Bacchiglione, l’incantevole villaggio di pietra sorge su antichi giacimenti sfruttati sin dall’epoca romana per estrarre una tipologia roccia calcarea chiamata Pietra di Vicenza.
Nel corso dei secoli il processo di escavazione causò l’ampliamento di una serie di cunicoli e spelonche la cui conformazione fu sfruttata per realizzare ingegnosi sistemi di areazione che avrebbero permesso di ventilare gli ambienti di maestose dimore plurisecolari, di cui Villa Trento Carli, precedentemente citata, è uno splendido esempio.
Eremo di San Cassiano
Incastonato nei vertiginosi pendii di monte della Croce a Lumignano, il luogo culto seicentesco fu costruito sulle rovine di una chiesa che sorgeva in quel luogo circa mille anni prima.
Raggiungibile tramite il sentiero n° 3 che si arrampica lungo i fianchi del monte, l’eremo è incorniciato da svettanti cipressi e pallidi olivi e si affaccia sulla valle disseminata di caseggiati rurali, campi di granturco, orti e alberi da frutto.
Circondato da profonde fenditure e spelonche come la grotta dei tre oci, il dente di Attila e la grotta dell’orso, l’edificio a tre piani custodisce un’acquasantiera e tredici tombe millenarie ricavate dalla nuda roccia.
La grotta della guerra e delle mura
Situate nel monte Castellaro, la grotta della guerra e delle mura sono antiche cavità naturali nelle quali sono stati rinvenuti utensili risalenti al periodo del tardo neolitico, ovvero dal 2800 al 1900 a.C.
Comunicanti grazie ad un tunnel artificiale, le insenature sono accessibili attraverso il ripido sentiero n° 8, lungo circa 4 km, e rappresentano un punto di riferimento per gli appassionati di escursionismo e speleologia.