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Chi è Giovanni Bortoluzzi?
Giovanni Bortoluzzi, musicista a tutto tondo e insegnante di canto armonico, co-fondatore del sito www.cantoarmonico.eu, ci racconta la sua storia in un’intervista esclusiva, spiegandoci come si è avvicinato al canto armonico e in cosa consiste questa particolarissima tecnica di canto.
La nostra Intervista
Ciao Giovanni, per cominciare perché non ci racconti un po’ di te?
“Ho 33 anni, nato e cresciuto nelle campagne a nord di Treviso. Adoro passare il tempo all’aria aperta e stare con gli amici. Le mie passioni sono la musica, e costruire strumenti musicali.”
Quando è nata la tua passione per la Musica?
“Fin da piccolo, mio padre mi ha sempre fatto ascoltare tanta buona musica, e lo fa tutt’ora!
All’età di 18 anni ho preso in mano una chitarra. Qualche mese dopo, una band del paese cercava un bassista…e da lì è iniziata l’avventura.
Niente di speciale insomma, milioni di musicisti hanno iniziato esattamente in questo modo!”
Quanti strumenti musicali sai suonare?
“Ad un buon livello so suonare il flauto irlandese, la chitarra, il basso elettrico e la batteria. So dove mettere le mani sulla tastiera di un pianoforte, ma mi fermo lì.
Poi… mi diletto con la respirazione circolare nel didgeridoo e nel bawu cinese, mentre in Sardegna ho imparato a sostenere qualche ritmo sostenuto con gli scacciapensieri.
Sono un tipo molto curioso, e questo mi porta a ricercare continuamente strumenti nuovi. Ogni strumento mi dà l’opportunità di conoscere diversi stili e approcci alla musica, accrescendo così il mio bagaglio culturale. Attualmente mi sto esercitando molto con uno strumento Tuvano, “Igil”, un particolare violoncello a due corde: un’esperienza a dir poco emozionante, quella degli strumenti ad arco!”
Domanda un po’ banale ma… genere musicale preferito?
“Spaghetti western! Da Ennio Morricone a Franco Micalizzi per intenderci.”
Tra tutti gli strumenti che sai suonare ed il tuo singolare genere preferito, mi incuriosisce sapere di più sulla tua carriera da musicista !
“Sono stato fortunato ad iniziare con il basso elettrico, perché è uno strumento che ti insegna a stare al servizio della musica, ad affinare l’ascolto e l’interplay.
Ho iniziato facendo da bassista in gruppi blues: ho imparato moltissimo sul palco, soprattutto alle jam session. Ho suonato molto anche la chitarra, in una tribute band, ed in alcuni jazz ensemble.
Non ho mai spiccato il volo ma di esperienza ne ho portata a casa tanta.
La carriera vera e propria è iniziata con la scoperta del canto armonico.”
Veniamo a noi: che cos’è il Canto armonico e come funziona?
“Il canto armonico è la capacità di gestire gli armonici della voce come se fossero uno strumento musicale a sé stante. Controllando il timbro e l’emissione del fiato, si può imparare a selezionare gli armonici e creare dei pattern melodici e ritmici. L’effetto che fa è sempre sorprendente.”
Hai accennato più volte al Canto Difonico. È errato chiamarlo Armonico? Sono sinonimi o sono due tipi di canto differenti?
“Fino a poco tempo fa si è parlato di sinonimi. In realtà sono due cose diverse.
Il “Canto armonico” è apparso a partire dagli anni 70, frutto però di un’errata traduzione dall’inglese “overtone singing”, che tradotto correttamente diventa “cantare l’armonico”, o “cantare gli armonici”.
Il termine giusto accettato oggi è “Canto Difonico”, in quanto di-fonare indica in modo esplicito l’azione di produrre due suoni.
Canto Armonico si continua ad usare per indicare un qualsiasi tipo di canto che in qualche modo porta armonia e benessere. Canto armonico, canto armonioso, canta che ti passa… siamo sempre lì!
Canto Difonico è invece in linea con l’inglese Overtone Singing, con il francese Chant Diphonique, con il tedesco Obertongesang, e via dicendo.”
Quando è nata e perché la tua passione per il Canto armonico?
“Forse volevi dire Canto Difonico…eheh…Facciamo che per comodità continueremo a chiamarlo canto armonico!
Ad ogni modo è capitato per puro caso. Un giorno, navigando su internet alla ricerca di informazioni dettagliate sugli armonici come fenomeno acustico, mi sono ritrovato a guardare un video tutorial proprio di canto armonico.
L’insegnante era Miroslav Grosser, di Berlino, che divenne di lì a poco il mio mentore a distanza, dato che in Italia non avevo ancora trovato un insegnante in linea con le mie esigenze.
La passione è nata fin da subito, come un colpo di fulmine ed è decollata quando, dopo pochi mesi, mi sono reso conto che in Italia il canto armonico non era stato ancora esplorato in modo approfondito, e questo mi ha dato una forte spinta motivazionale e…eccomi qui, insegnante e ricercatore di tecniche di canto armonico!”
Che tipo di studi ed esercizi bisogna affrontare per imparare a padroneggiare quest’arte?
“L’Ascolto. È l’ascolto la chiave che apre le porte del canto difonico. È fondamentale spendere molto tempo ad ascoltare, con attenzione, anche le più piccole sfumature presenti nei suoni.
Poi, verrebbe da pensare che ci vuole tanta pratica… in realtà ritengo sia più importante la qualità degli esercizi, e non la quantità di tempo spesa fare esercizi inefficaci.
(Anni fa frequentai un corso durante il quale l’insegnante sottolineò più volte di aver studiato per vent’anni sotto la guida di maestri Asiatici. Ciononostante non era in grado di creare nemmeno una semplice melodia, mentre la maggior parte dei miei allievi, oggi, dopo un giorno o addirittura qualche ora, riesce già ad accennare delle melodie ben definite.)”
Ci sono altri tipi di canto armonico?
“Ce ne sono diversi ma i principali sono due: quello tradizionale Tuvano e quello sviluppatosi a partire dagli anni ’90 in Germania. Il Tuvano è il più antico, ha moltissime varianti stilistiche curate nei minimi dettagli.
Nella repubblica di Tuva, oltre che una forma d’arte, il canto difonico è soprattutto una disciplina, una filosofia di vita.
Il tipo di canto difonico diffusosi in occidente è definibile contemporaneo, e tecnicamente si ispira solo in parte alla scuola Tuvana. A voler addentrarsi nello specifico, ci sono veramente tante modalità con cui si possono cantare gli armonici.
A tal proposito nel 2019, assieme ad un team di medici ricercatori, abbiamo pubblicato un importante studio sul canto difonico che ora è su Pubmed®.
Si tratta di un’analisi accurata di tutti i tipi di canto difonico eseguiti in risonanza magnetica in tempo reale (real-time MRI). Un’esperienza a dir poco magnifica, ho passato circa otto ore cantando all’interno del macchinario della risonanza magnetica, che emette un rumore assordante quando è in funzione!”
Ci hai accennato che esistono anche strumenti armonici, che tipo di strumenti sono? Ce ne puoi parlare più nel dettaglio?
“Sì, sono strumenti il cui funzionamento prevede prevalentemente l’utilizzo degli armonici naturali: lo scacciapensieri è l’esempio più evidente, ma ne esistono molti altri, tra cui il flauto armonico slovacco nelle sue due varianti Koncovka e Fujara, entrambi realizzabili con tubi in PVC. Io stesso ne ho costruiti a decine, è facile e divertente, e soprattutto low cost.
Altri esempi interessanti si trovano nella famiglia degli ottoni, in particolare la tromba: dotata di soli tre pistoni, sfrutta numerose combinazioni di armonici naturali per formare le scale.
Pensiamo al “silenzio”: una melodia costruita unicamente con armonici naturali.”
Nel titolo dell’intervista abbiamo detto che sei il massimo esperto in Italia come studioso ed insegnante di canto armonico. Vuoi commentare questa affermazione?
Fin dai miei primi corsi come insegnante ho dato il massimo per divulgare il canto difonico nella maniera più completa e aggiornata possibile, ma non ho fatto tutto da solo. Ho avuto la fortuna di incontrare molti altri cantanti con i quali ho potuto condividere esperienze e imparare moltissimo. In particolar modo Walter Mantovani, di Torino, amico con il quale ho passato notti insonni a fare ricerche e a studiare le possibilità degli armonici, e Ilaria Orefice, cantante di Oristano, una delle pochissime throat singer italiane. Con loro abbiamo creato la prima scuola di Canto Difonico in Italia, la “Sherden Overtone Singing School”, che negli ultimi anni è diventata uno dei punti di riferimento per gli appassionati di canto difonico d’Italia e di tutto il mondo.
Non so se si possa parlare di primato, ma ciò che conta veramente è che l’arte del canto difonico venga sempre più riconosciuta ed apprezzata per quella che è veramente:
un modo per esprimersi a livello artistico, ma anche una disciplina con cui ritrovare benessere, equilibrio, e forza per affrontare la vita di tutti i giorni.
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