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Monumento della Grande Guerra – La prima Guerra Mondiale a Maserada sul Piave.

Dove si trova il Monumento della grande guerra delle truppe italiane e britanniche ?

Il monumento  della Prima Guerra Mondiale a si trova in Via Spartaco Latini a Salettuol di Maserada sul Piave in provincia di Treviso (TV).

Il sito commemorativo è collocato in corrispondenza dell’argine del Piave a pochi passi dalla graziosa oratorio di San Rocco in Via Salettuol, 31052 Salettuol (TV), superata la quale ha inizio il sereno percorso naturalistico dell’oasi del Codibugnolo.

Il monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale celebra le eroiche gesta dei soldati italiani e britannici che combatterono accanitamente e respinsero l’avanzata austro-ungarica durante la battaglia del Solstizio tra il 15 e il 24 giugno 1918.

La battaglia del Solstizio

Accuratamente pianificata dal marzo del 1918, l’offensiva austro-ungarica prevedeva di attaccare il fronte italiano attraverso tre operazioni:

  • Dal Passo del Tonale, valico alpino al confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige avrebbe avuto luogo la cosiddetta operazione Lawine (valanga) con il duplice obiettivo di creare un diversivo che distraesse gli italiani dalle più importanti manovre offensive in Veneto e di compiere un’avanzata strategica in direzione della valle dell’Oglio, per poi raggiungere le porte di Milano.
  • L’operazione Radetzky prevedeva che l’esercito sarebbe partito dall’Altopiano d’Asiago per dirigersi verso la pianura vicentina.
  • l’operazione Abrecht aveva come obiettivo lo sfondamento della linea del Piave in direzione Treviso.

Nonostante le difficoltà che avevano indebolito l’esercito austro-ungarico, come la penuria di viveri, armi e munizioni e la diserzione di duecentomila unità ungheresi (esasperate dalle privazioni della guerra e animate dallo spirito di rivolta che avrebbe portato alla totale disgregazione del già decadente Impero), il giovane Carlo I ordinò di eseguire l’offensiva sul fronte italiano il 15 giugno 1918.

Lo svolgimento della battaglia

Occupato il Montello e conquistata Nervesa, gli invasori furono costretti a retrocedere a causa dei massicci bombardamenti italiani e francesi e dagli attacchi dell’aviazione italiana che mitragliava il nemico e abbatteva le passerelle collocate sul Piave al fine di impedire il regolare trasporto di rifornimenti.

Durante la loro avanzata gli austriaci riuscirono a invadere il territorio delle Grave di Papadopoli, isola fluviale situata tra i comuni di Maserada, Cimadolmo e Spresiano. Bersagliati dalle granate austro-ungariche, gli italiani si ritirarono verso Maserada per riorganizzare la linea difensiva e preparare il contrattacco.

Il 15 giugno, giorno in cui ebbe inizio l’offensiva austriaca, la brigata Veneto dovette ritirarsi a causa del fuoco preparatorio dell’artiglieria nemica. Le truppe austro-ungariche si dirigono a Salettuol e si avvicinano a Fontebasso e a casa Pozzobon. La feroce controffensiva della brigata Veneto si rivelò determinante per respingere l’avanzata nemica.

Lo stesso giorno, la brigata Caserta presentava un reggimento in prima linea e uno in riserva, pronti a reggere l’urto dell’assalto austro-ungarico e a respingerlo dopo accaniti ed eroici scontri.

Le truppe nemiche guidate dal feldmaresciallo Borojević riuscirono ad occupare e mantenere le posizioni a Fagaré, Candelù, Zenson e Fossalta fino a quando, il 25 giugno 1918, l’imperatore Carlo I diede l’ordine di ritirata. Una volta abbandonate le postazioni sul Montello e a Nervesa, la Terza Armata italiana rioccupò il Delta del Piave.

Il tentativo dell’esercito austro-ungarico di sfondare la linea del Piave si rivelò un disastroso fallimento e il costo in termini di vite umane fu pesantissimo per entrambi gli schieramenti. Tra le vittime italiane si contano novantamila morti, mentre le vittime austro-ungariche contano circa centoventimila perdite tra feriti, morti e prigionieri.

Il 27 ottobre 1918 le forze della X armata guidata dal conte di Cavan attraversò il corso del fiume Piave in seguito ad un massiccio bombardamento preparatorio e raggiuse le Grave di Papadopoli. Come riportato dal cippo commemorativo nella foto qui sopra, le forze britanniche della VII divisione inglese con il sostegno delle truppe italiane, dell’artiglieria italiane e grazie ai reparti del Genio Pontieri, furono in grado di spingersi fino al fiume Livenza.

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