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Cosa fare a Valbrenta in provincia di Vicenza: 4 idee

Scopri cosa fare a Valbrenta in provincia di Vicenza: La Calà del Sasso, il laghetto di ponte Subiolo, le grotte di Oliero, la ciclabile del Brenta. Volete saperne di più? Prima di tutto…

Dove si trova Valbrenta?

Il comune di Valbrenta confina a nord est con Arsiè, a nord ovest con Grigno, a sud est con Bassano del Grappa, a sud ovest con Asiago e Conco, a est con Arsiè, Seren del Grappa, Pieve del Grappa, Borso del Grappa, Pove del Grappa e Solagna, a ovest con Grigno, Enego, Foza, Asiago e Conco.

La Calà del Sasso

Costituita da 4.444 gradini in pietra calcarea ammantati nella stagione autunnale di un denso e scivoloso strato di foglie rosse e dorate cadute dalle fronde di alti faggi, la scalinata più lunga della penisola si snoda come un serpente di roccia tra il freddo e irruente corso del Brenta e l’incantevole abitato di Sasso di Asiago, ridente paesino armoniosamente inserito tra ripidi e verdi rilievi coronato dalla candida torre campanaria che svetta al fianco del luminoso fronte a salienti di una chiesa disadorna.

Immancabile destinazione per gli appassionati di escursionismo, l’antico itinerario risalente al XIV secolo era stato concepito per facilitare il trasporto dei tronchi d’albero a valle.

Secondo una leggenda di circa quattrocento anni fa, due abitanti di Sasso in procinto di sposarsi, Loretta e Nicolò, avevano subito una terribile sventura.

A causa di una grave malattia che aveva colpito la giovane donna incinta, il promesso sposo si era messo alla ricerca di un unguento in grado di guarire la sua amata. Raggiunta la città di Padova e procuratosi il prezioso medicamento, Nicolò fece ritorno al proprio villaggio a notte fonda e la popolazione locale illuminò con delle fiaccole la Calà del Sasso per guidare il giovane innamorato fino a Loretta e salvarla.

A celebrare questa romantica e fiabesca e romantica tradizione, ogni seconda domenica di agosto, si svolge una vivace fiaccolata commemorativa conclusa da una grande festa con musica e banchetti di specialità autoctone.

Il laghetto di Ponte Subiolo

Incastonato nella località di Sasso Stefani, frazione di Valstagna racchiusa tra il gelido nastro del Brenta e le incombenti pareti a strapiombo di alte vette coronate da dense formazioni boschive, il limpido laghetto di Ponte Subiolo è una delle mete naturalistiche più suggestive in provincia di Vicenza.

Per raggiungere il gelato specchio d’acqua affiorante dalle silenziose correnti sotterranee, potete lasciare l’auto nel parcheggio in corrispondenza di Via Ponte Subiolo (45.87090692482568, 11.669021642702242), dopodiché salite la scalinata che si articola tra le alte case affacciate al fiume e conduce ad un ameno giardino alberato da cui si accede all’antica fonte.

Qualora il parcheggio fosse occupato, troverete un’area sterrata più ampia da cui si innalza un filare di pioppi cipressini ben allineati (45.87276981916538, 11.671909841350617).

La lucida e sottile lastra di vetro azzurro restituisce l’immagine di alberi e arbusti che ancorati alle nude pareti rocciose disseminate di ciuffi di muschio, protendono le fronde verso la superficie della sorgente. Lievi increspature mosse dal vento e dalle foglie calate lentamente sul pelo dell’acqua svelano l’illusione di trovarsi di fronte ad una tela dipinta. Solo immergendosi nella cavità naturale, privilegio riservato ad esperti subacquei, è possibile provare l’irresistibile e pericoloso fascino delle abissali e buie profondità celate dalla placida superficie del bacino lacustre.

Le Grotte di Oliero

Una delle mete più significative della Valbrenta, le grotte di Oliero sono i canali di scolo da cui scaturiscono le acque zampillanti e cristalline che scorrono dalle doline di origine glaciale del maestoso altipiano dei sette comuni.

Ad avvolgere il sito naturalistico in un’aura di magia e mistero sono i violenti giochi di luce e ombra dei fasci di luce elettrica puntati sulle stalattiti sospese come gonfie radici gocciolanti, il rimbombo delle cascate spumose che riverbera tra le pareti delle caverne carsiche, le buie spelonche dal basso soffitto roccioso che conducono ad ampi bacini idrici sotterranei in cui guizzano rapidi e silenziosi pallidi esemplari di proteo sanguigno e axolotl, piccola salamandra sfuggente dai graziosi e simpatici occhietti espressivi.

Delle quattro grotte accessibili tramite sinuosi itinerari, le più rilevanti a livello storico sono la grotta Parolini, scoperta dall’omonimo esploratore nella prima metà del XIX secolo e il leggendario covol degli assassini, così chiamato dopo che la scoperta di alcuni reperti aveva alimentato l’ipotesi che in questa caverna trovassero rifugio degli sgherri al servizio di Ezzelino da Romano.

Passeggiata lungo il Brenta

Conclusa la visita al sito naturalistico, lasciate l’ingresso delle grotte alle vostre spalle, svoltate a destra e procedete verso est attraversando il ponte sul breve corso del fiume Oliero dal letto roccioso, superato il quale svoltate a sinistra nell’area parcheggio passando affianco a due giovani querce.

Dal parcheggio procedete fino alla ringhiera metallica e assecondate l’ampia ansa dell’Oliero le cui acque, dopo pochi metri, si gettano nel Brenta.

Capace di regalare splendide vedute ad ampio raggio del paesaggio fluviale dalle sponde alberato, il sereno itinerario ciclabile vi porterà dopo circa 6 km allo stupendo Ponte Vecchio, spettacolare via di comunicazione in legno ideata dal grande architetto Andreo Palladio che permette di accedere al centro storico di Bassano del Grappa.

Se vi chiedete cosa fare a Valbrenta e desiderate scoprire un mondo incontaminato e primordiale ricco di tesori naturali e faunistici sottratti all’urbanizzazione in una dimensione silenziosa nella quale il tempo pare essersi fermato, una visita a questo allegro e lussureggiante comune del vicentino sarà un’esperienza indimenticabile.

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