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Cosa fare a Pieve del Grappa: 3 idee

Se ti chiedi cosa fare a Pieve del Grappa in provincia di Treviso, le località suggerite in questo articolo potrebbero fare al caso tuo!: il sacrario del Monte Grappa, la gallerie Vittorio Emanuele III e il sentiero delle Meatte.
Per chi è appassionato di escursionismo e non sa resistere al fascino storico e naturalistico di spettacolari rilievi montuosi nella cui roccia sono incisi alcuni dei più importanti capitoli della storia del nostro paese, visitare Pieve del Grappa sarà un’esperienza memorabile!

Dove si trova Pieve del Grappa?

Il comune di Pieve del Grappa in provincia di Treviso confina a nord con Alano di Piave e Seren del Grappa, a sud con Fonte e San Zenone degli Ezzelini, a est con Possagno e Castelcucco, a ovest con Borso del Grappa.

Nato dall’unione di Paderno e Crespano del Grappa, il comune di Pieve del Grappa è immerso in una sconfinata e incantevole area collinare nel cuore della Regione Veneto.

I lievi pendii verdeggianti, costellati di pittoreschi borghi antichi circondati da un vasto mosaico di biodiversità floreale, arborea e faunistica, risultano delimitati dai corsi del Piave e del Brenta, mentre le maestose pendici del monte Grappa, solcate dalle impronte indelebili del primo conflitto mondiale, dominano solennemente la vallata.

Sacrario del Monte Grappa

L’antichissima montagna, che con i suoi 1776 metri di altezza domina la pianura veneta, presenta sulla sommità uno dei sacrari militari di maggiore rilevanza in tutta la Penisola, contenente i resti di quasi 23.000 soldati italiani e austroungarici caduti durante gli aspri conflitti della Grande Guerra.

Candido percorso lastricato lungo 300 metri, la via eroica collega i monumentali scaloni semicircolari dell’ossario, adagiati sulla cima del Grappa, al colossale osservatorio, grandiosa costruzione realizzata con grossi blocchi di pietra il cui apice riproduce la forma di un sarcofago.

Galleria Vittorio Emanuele III

Il tunnel sotterraneo dedicato al Re d’Italia attraversa le viscere della montagna al si sotto del complesso architettonico che ne domina la vetta.

L’interno della galleria, il cui ingresso è collocato sul lato destro della caserma Milano, rievoca l’atmosfera mostruosa e soffocante vissuta dai giovani soldati italiani durante i momenti decisivi della Grande Guerra.

Scavata nella roccia a partire dal novembre del 1917 e con una lunghezza complessiva di 5 km, la via di comunicazione ipogea è costituita da un tunnel principale da cui si ramifica una fitta serie di gallerie minori.

La buia e claustrofobica rete viaria ricavata dalla pietra calcarea rivestì un ruolo di fondamentale importanza strategica per placare l’avanzata delle forze austroungariche.

Una numerosa successione di aperture laterali garantiva la disposizione di cannoni e mitragliatrici, la cui posizione dominante avrebbe avuto un effetto devastante sul nemico.

Itinerari naturalistici e il sentiero delle Meatte

Partendo dalla località di Fietta si può raggiungere la valle di San Liberale, amatissima dagli appassionati di escursionismo, dove è possibile trovare parcheggio e punti di ristoro.

Seguendo le indicazioni per il Monte Grappa si consiglia di intraprendere il sentiero CAI 151, percorso realizzato nella Prima Guerra Mondiale per consentire il passaggio di carovane, muli e altre bestie da soma.

L’itinerario si inoltra in una fresca e ombrosa area boschiva che con l’aumento dell’altitudine offre al visitatore una panoramica mozzafiato della splendida vallata che si estende a perdita d’occhio.

Raggiunto il Pian dea Bea si passa al percorso CAI 152, caratterizzato da pendii più lievi che rendono la camminata ancor più piacevole.

L’itinerario fu realizzato nel 1918 scavando e forando le rocce del Boccaor al fine di permettere gli spostamenti dell’esercito italiano e di cui è ancora possibile attraversare le gallerie.

Dopo aver raggiunto la sommità della Mandria, a quasi 1500 metri di altezza, in corrispondenza della quale è possibile ammirare l’immensa pianura circostante dalla Vedetta dell’Archeson, si può intraprendere la via del ritorno attraverso l’itinerario del CAI 153.

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